MGG, la leonessa

Oggi, 23 aprile 2021, abbiamo detto addio a MGG, al secolo Maria Grazia Astolfi, coniugata Gregori. In questo anno micidiale, la grande famiglia del Piccolo ha perso anche lei.
Come molti, ho anche io una marea di ricordi legati a MGG, ma vorrei condividerne un paio in particolare.
1) marzo 1998. A pochi mesi dalla morte del Maestro, il Piccolo va per la prima volta in tour, naturalmente con “Arlecchino”, naturalmente a Parigi, naturalmente all’Odéon Théâtre de l’Europe. Siamo come al solito in ritardo con i programmi di sala, che vengono pronti, caldi caldi di tipografia, ventiquattr’ore prima del debutto. Non c’è modo di farli arrivare in tempo oltralpe, a meno di non portarli in automobile. Il Teatro decide di mettere in campo la macchina, la Lancia Thema del Maestro, guidata da Paolo De Bastiani. Si forma l’equipaggio, con i coniugi Gregori, Italo e Maria Grazia, e la sottoscritta. I programmi di sala sono tantissimi: le scatole occupano il baule e parte dell’abitacolo. Per il peso della carta, la macchina viaggia praticamente rasoterra, ammortizzatori inesistenti, ogni irregolarità del terreno ci rimbalza sul coccige. Paolo non è un velocista e il viaggio è lunghissimo, ma anche altrettanto gradevole. Passiamo il confine a Briançon e la Francia si apre davanti a noi. Attraversiamo Chambéry, dove Italo aveva trascorso una parte della propria vita e dove aveva conosciuto Paolo Grassi, mangiamo in una di quelle stupende trattorie con le tovaglie a scacchi, tanto care al commissario Maigret e poi su, verso la Ville Lumière. Arriviamo mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo: il personale dell’Odéon ci aspetta fuori dal teatro, con gli addetti alla vendita dei programmi in preda a una crisi di nervi. Scarichiamo le scatole con loro e poi corriamo a cambiarci per la prima. Dove? All’epoca, l’Odéon ospitava anche la sede dell’Union des Théâtres de l’Europe, il cui presidente, Eli Malka, aveva un bellissimo ufficio che ci mette a disposizione. Entriamo come le pazze, con il vestito da sera nel nostro borsone. Eli è travolto da due femmine indiavolate che iniziano a spogliarsi. Sapendo che, come dire, guardiamo tutti e tre – MGG, Eli ed io – dalla stessa parte, cioè in direzione dei bei ragazzi, MGG, indossando una stupenda e ardita biancheria intima, lo guarda, leonessa maliarda e allusiva, e con la sua inconfondibile voce, gli dice: beh, Eli, tanto a te non interessiamo, nooooo?
2) Sempre nello stesso anno (il 1998 è stato uno dei miei anni migliori) ho messo su casa. Italo ed MGG sono stati tra i primissimi a venire a cena. Ricordo ancora quel che avevo cucinato: rigatoni all’amatriciana e arrosto. Si presentarono portandomi in regalo un meraviglioso servizio di bicchieri verdi delle Vetrerie Empoli (i milanesi possono capire). Fu una serata lieve e piacevolissima, riempita dai loro racconti e dalla loro inesauribile voglia di vivere. Non mi sono sposata e non ho fatto liste nozze, né ho mai sentito il bisogno di comprarne altri, ragion per cui quei bicchieri verdi sono il mio unico servizio. Nonostante siano trascorsi 23 anni, ne ho rotti solo due. A colazione e a cena li ho sempre in tavola e brindo a MGG, che mi guarda dalla libreria, abbracciata a una me stessa di uno splendido tempo che fu.