Corsi e ricorsi

corsa_mareLa scoperta del running risale al 2006 e coincide con il ’29 della mia vita sentimentale.
Quell’estate andai incontro a un crac di proporzioni ciclopiche e conseguentemente a un bivio: darmi all’alcol o sviluppare una qualsiasi altra forma di dipendenza socialmente più accettabile e soprattutto meno dannosa per la salute?
La corsa mi aveva sempre fatto schifo. Nuotatrice appassionata fin da bambina, detestavo l’idea di correre soprattutto per il corredo che ne consegue: sudore, piedi (e scarpe) che puzzano, capelli madidi, aria stracciata…
Come Saulo sulla via di Damasco, quell’estate vidi la luce e forse immaginando che si trattasse dei fari di una locomotiva in corsa, mi voltai e cominciai a correre. Durai sì e no trecento metri, poi stramazzai.
Correvo intorno al laghetto della mia seconda casa, il centro sportivo dove mi alleno fin dal 1979 (http://www.gardanella.it/), con Carlo, a sua insaputa detto “Dexter”, l’uomo che potrebbe motivare anche un bradipo. (Del resto, se pensi di avere accanto un killer seriale, vedi come vai).
Riuscii, in qualche modo, a concludere un giro (1 km).
Per orgoglio, nei fine settimana seguenti insistetti e piano piano acquisii la resistenza necessaria a correre almeno un’ora continuativamente. Da quel lontano settembre non ho più smesso.
Oggi corro la mattina, prima di andare al lavoro, ai Giardini pubblici “Montanelli” di Milano; il sabato e la domenica faccio quella che si dice “la lunga” – ossia una distanza maggiore – all’Idroscalo.
Le giornate del fine settimana sono particolarmente piacevoli perché corro in compagnia di un caro amico, Gianfranco. A differenza mia, lui ha sempre corso, persino durante il servizio militare (era bersagliere…), ma si adatta di buon grado al mio (più lento) ritmo. Così, come Woody Allen e Alan Alda a Central Park, corriamo placidamente, parlando del più e del meno, di politica e di serie tv, di problemi personali e di acciacchi, di genitori e amici (nessuno di noi due ha figli), macinando una quindicina di km di corsa e un paio a nuoto (quelli ovviamente senza parlare). Alle corse con Gianfranco dedicherò un altro post.

Il post di oggi riguarda le mie corse solitarie del mattino e quello che reputo una sorta di vademecum della donna che corre (senza lupi).

1 – Non sorridere mai quando corri: il primo nerd che incontri in senso opposto si sente autorizzato a provarci.
2 – Non contemplarti mai in alcuna superficie riflettente mentre corri: la creatura cellulitica, sgraziata e sballonzolante che vedi potrebbe essere alquanto demotivante.
3 – Guarda sempre dove metti i piedi: quando cadi, ridono tutti e non un cane che ti aiuti.
4 – Attenzione ai cani: alcuni si spaventano e ti inseguono, altri vogliono giocare e ti inseguono. Morale della favola, hai sempre un cane in mezzo ai piedi che cerca di farti cadere.
5 – Attenzione ai bambini: a piedi si muovono a caso, come l’atomo di Democrito, in bici pure, però vanno più forte e ti impattano con le lamiere.
6 – Attenzione ai padroni e ai genitori: se la loro creatura ti avrà condannato alla sedia a rotelle, sarà comunque sempre colpa tua.
7 – Non portarti il telefono quando corri: chiamano sempre tutti.
8 – Non mangiare cibi peristaltici prima di correre: il perché si capisce.
9 – Mentre corri, pensa a qualcosa che ti rende molto felice o che all’opposto ti fa molto incazzare: andrai più forte di un kenyota.
10 – Guardati intorno, si vedono cose bellissime quando si corre (sempre tenendo presente il punto 3) e cioè:

1 – Quelle che corrono completamente truccate e pettinate alle 6.30 del mattino (come hanno fatto?)
2 – Quelli/e che corrono trainati dal cane
3 – Quelli/e che corrono trainando il cane
4 – Quelli/e che il cane vuole giocare a palla e di correre non se ne parla
5 – Quelli (solo uomini) che corrono commentando al BBerry l’apertura delle borse asiatiche
6 – Quelli che incrociandoti e pensando che tu non te ne accorga si sfilano la fede
7 – Quelli che cercano di attaccar bottone durante la settimana e se li incontri la domenica mentre corrono con i figli ti ignorano
8 – Quelli che al parco ci dormono, si sono appena svegliati e ti guardano (loro) con compassione
9 – Quelli che al parco ci dormono, stanno ancora dormendo e vorrebbero continuare a farlo ma tu glielo impedisci e ti guardano con odio
10 – Quelli che li superi, ci restano male e cominciano a rantolare tentando di risuperarti
11 – Quelli che ti superano, ci resti male, e cominci a rantolare cercando di risuperarli fino a vedere la morte con la falce che ti prende i tempi seduta su una panchina
12 – Quelli che si allenano con il personal trainer che li fa correre a destra e a sinistra
13 – Quelli che portano a spasso il cane, gli tirano pallette e pezzi di legno e lo fanno correre a destra e a sinistra
14 – Quelli che usano qualunque arredo urbano come un attrezzo ginnico, e li vedi congiungersi carnalmente con panchine, staccionate, lampioni
15 – Quelli che corrono con abbigliamento splendido
16 – Quelli che corrono con le vecchie felpe anni Ottanta di quando andavano alle medie
17 – Quelli che puliscono i cessi chimici sempre quando stai passando
18 – Quelli/e che corrono con il padre/la madre (e lo è)
19 – Quelli/e che corrono con uno/una che sembra il padre/la madre (e non lo è)

e qui mi fermo…
Vi sarà venuta voglia di correre, no?
Provateci, è bellissimo. Ed è come il sesso: una volta che inizi, non riesci a smettere.