Pigliate ‘na pastiglia, sient’ammè….

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Oggi non parleremo di argomenti fatui e leggeri, bensì di problemi di salute, con un invito a essere sempre vigili e attenti a se stessi.

Poco più di un anno fa, sono entrata in un oscuro tunnel del quale, forse, incomincio a vedere la fine. Gli esami del sangue estivi rivelarono infatti l’innalzamento di un marker, quello dell’ormone noto come TSH. Esso rivela lo stato della tiroide e valori troppo bassi o troppo alti significano un cattivo funzionamento di questa ghiandola. La tiroide, peraltro, ha un’importanza fondamentale, per il nostro organismo, poiché sovrintende a una marea di funzioni. Il suo cattivo funzionamento produce due sindromi note come ipotiroidismo (eccesso di TSH) o ipertiroidismo (sua scarsità). La dottoressa della mutua mi prescrisse un’ecografia al collo, dalla quale risultò la presenza di alcuni noduli sospetti. Aggiungeteci la presenza di una mamma ipotiroidea e il gioco è fatto: visita dall’endocrinologo e inizio di assunzione del farmaco, Eutirox, l’ormone sintetico che, a detta dei medici, va a integrare la mancanza di quello naturale prodotto dall’organismo.

Peccato che per me sia stato l’inizio della fine. A me questo farmaco provoca di tutto: mal di testa del tipo “corona ferrea” alternato a tipologia “trapano”, depressione con desiderio suicida, irritabilità, aggressività, tachicardia potente durante la pratica sportiva, vertigini, disturbi ginecologici di vario tipo… Gli endocrinologi (ne ho cambiati fino ad ora due), mi dicono che sono solo io a manifestare questo stato e che sicuramente si tratta di problemi miei, ovvero starei andando in menopausa (i disturbi ginecologici), forse dovrei rivolgermi a un neurologo (il mal di testa e la depressione) o a un otorino (le vertigini) e via discorrendo.

Io credo di non essere pazza. Leggendo e studiando un po’, ho scoperto che la tiroide, come qualsiasi altra parte del corpo, si infiamma. Ma poi si sfiamma anche: pertanto, la presenza di valori alterati considerando, anche altri parametri, oltre al TSH, vale a dire T3, T4, fT3 e fT4, è indizio di un’infiammazione, sì, ma che potrebbe essere del tutto passeggera. Prima di imporre a un paziente un farmaco, sarebbe meglio verificare, sottoponendolo a più controlli a distanza di alcuni mesi, il suo effettivo stato di salute, e solo allora, dopo aver raccolto una quantità di dati sufficiente, elaborare una diagnosi e scegliere la terapia.

Oggi come oggi, invece, la parola d’ordine è AUTOIMMUNE. Se negli anni Ottanta, quando non si sapeva cosa dire a una persona quando stava male e non se ne trovavano le cause, si parlava di disturbo psicosomatico, e negli anni Novanta siamo approdati sulla spiaggia delle intolleranze, oggi si parla di malattie autoimmuni e di familiarità con grande faciloneria. Ora, sarà anche vero che viviamo in un ambiente inquinato, ma possibile che abbiamo tutti addosso cellule impazzite e che l’85% della popolazione abbia, nello specifico, problemi di tiroide? Ho scoperto, poi, che, in Italia, l’Eutirox è il secondo farmaco più prescritto su scala nazionale, secondo solo alla cardioaspirina (e anche su questo ci sarebbe da parlare…). Ma la cosa, a mio avviso, peggiore è che una volta iniziata l’assunzione di questo farmaco è difficilissimo uscirne: pare che, difatti, la tiroide a quel punto davvero si impigrisca, trovando in giro l’ormone e non sentendo più il bisogno di secernerlo da sola per cui, in qualche modo, vada verso l’atrofia. Mica male…

Un gran bel casino, soprattutto se da più di un anno, come me, vivete in una sorta di inferno in cui vi sembra che il vostro corpo sia posseduto da qualcuno che non siete voi e che vi sta pure parecchio sulle palle.

Per mia fortuna, ho incontrato un ecografista di esperienza che, circa un paio di settimane fa, mi ha detto che, a suo avviso, e per quanto vedeva dall’ecografia, io non ho MAI avuto una tiroidite autoimmune, ma, forse, una temporanea infiammazione. Ora sono riuscita a “convincere” l’endocrinologo a dimezzarmi il dosaggio di questo veleno, così da avviarmi, come intendo, verso la sua definitiva dismissione.

Perché ho raccontato questo episodio così personale e così poco adatto ad un intrattenimento “leggero” come quello fino ad ora proposto in questo blog? Perché, come dicevano le nonne, la salute davvero è la prima cosa e non dovete permettere a nessuno di metterla a repentaglio dicendovi palle, come appunto, che avete una malattia autoimmune, che avete familiarità con un fenomeno perché anche un vostro parente ne soffre e via andare. PUÒ essere vero, ma non DEVE essere vero per forza.

E poi studiate, documentatevi e non datevi per vinti. E soprattutto, rifuggite dai medici che non vi ascoltano: voi, di sicuro, vi conoscete bene, da tanti anni, e siete consapevoli delle reazioni del vostro organismo. Sicché, se notate manifestazioni inconsulte, non credete a chi vi dice che siete un visionario: siamo tutti diversi; un farmaco non dovrà andarvi per forza bene perché va bene a tutti (cosa peraltro non vera, perché ho scoperto, sempre dopo, purtroppo, che anche parecchi altri denunciano i miei stessi fastidi).

E se vi dicono che soffrite di tiroide, prima di crederci, parlatene con gli amici. Se avessi scoperto prima che intorno a me una marea di gente assumeva l’Eutirox, avrei capito che ero entrata nel flusso di una moda, e che prima di arrendermi alla tiroxina sintetica, avrei potuto provare a mangiare più pesce e ad aggiungere 5g di sale iodato alle mie verdure, tutti i giorni.

Ma ne uscirò, e fonderò l’associazione degli ex ipotiroidei anonimi.